DOMENICA DEL CIECO NATO
C’è un cieco dalla nascita, e allora la domanda è: chi ha peccato perché nascesse cieco? C’è una situazione di sofferenza, e allora la domanda è: di chi è la colpa. C’è un virus che imperversa e sta mettendo in ginocchio la società, e allora qualcuno pensa bene di farsi la domanda: di chi è la colpa?
La nave si cui viaggia Giona attraversa una terribile tempesta e allora ci si chiede di chi è la colpa. Durante la peste dei Promessi Sposi, di fronte al dilagare del morbo, “dalli all’untore”: non solo per destare attenzione a chi può allargare il contagio ma anche per individuare qualche capro espiatorio cui dare la colpa di tutto.
Anche di fronte al coronavirus c’è qualcuno che ha la bella idea di emettere proclami solenni: è un castigo di Dio! Dio si è stancato di noi, della nostra cattiveria, dei nostri peccati, del male che è dentro l’umanità, delle ingiustizie, della poca fede, della poca preghiera.
Mi chiedo quando mai Dio è stato contento di noi!? È dai tempi di Adamo ed Eva, di Caino e Abele, che Dio ha buoni motivi per lamentarsi della nostra cattiva condotta.
Sì, c’è stata la cacciata dal paradiso terrestre, c’è stato il diluvio universale, c’è stata la distruzione del tempio di Gerusalemme. Ma c’è stato anche Abramo che ha supplicato il Signore: punirai tutti anche se ci sono dieci giusti nel tuo popolo? E anche Mosè: non voglio essere salvato, come tu mi offri, se distruggi questo tuo popolo. E Dio ritirò la sua ira.
Gesù dice, a proposito di quella cecità: nessuno ha peccato, ma è per la gloria di Dio, perché Dio possa dimostrare la sua gloria, davanti al suo popolo. E per questo, sette passi: sputò, fece del fango, ordinò al cieco di andare, il cieco andò, si lavò, tornò vedente.
Lo Spirito esce dalla bocca di Gesù, con la materia di un mondo malvagio crea un miscuglio miracoloso, è dato l’ordine di andare, c’è ubbidienza alla Parola che manda, si compie un gesto purificatore che nasce dalla volontà di Dio, accade il miracolo. E alla fine di tutto: credo Signore! La fede!
E allora che fare in questa emergenza? Stare immobili aspettando che sia il Signore a fare tutto? Darsi da fare con frenesia nella convinzione che il Signore rimarrà totalmente estraneo al nostro problema, facendoci magari prendere dalla disperazione se non vediamo risultati? Direi di seguire tutte le indicazioni prudenziali che ci vengono date nella convinzione che Dio non smetterà di volerci bene. In qualche modo ne usciremo. Del resto Gesù ha detto: “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”