Non ti aiuto perché sono più bravo, ti aiuto perché sono come te!

caritas 3La vita cristiana e la povertà sono fortemente legate. “Va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri: poi vieni, e seguimi” è allo stesso tempo un invito ad aiutare i poveri e a farsi povero: la povertà sembra quindi condizione necessaria per seguire Gesù. Una scelta di povertà radicale come quella di San Francesco ci intimorisce e ci affascina, nel suo aderire al Vangelo in modo letterale come forse noi non sapremmo fare. E chi non ha mai auspicato, almeno a parole, una Chiesa più “povera”?

La povertà ci sembra quasi bella, ma i poveri? Preferiamo, credo, non guardarli proprio; alcuni sono senzatetto, spiacevoli alla vista, minaccia al decoro dei nostri bei quartieri e alla nostra “sicurezza”. Molti invece non si notano, vittime di una precarietà lavorativa così vicina a noi che ci fa ancora più paura.

Tanto forte il legame tra povertà e Vangelo e tanto forte l’invito di Gesù a farsi vicini ai poveri e agli emarginati che come gruppo giovani abbiamo intrapreso un percorso di avvicinamento alla povertà, in senso concreto, per cercare di vedere chi è invisibile e conoscere una realtà che la nostra società considera scomoda.

Il 5 novembre abbiamo incontrato fra’ Marcello, referente dell’Opera San Francesco. Fra’ Marcello ci ha accolto con calore e simpatia nella sede dell’OSF, mostrandoci gli spazi, grandi e ben tenuti, in cui l’associazione accoglie i poveri, offrendo un pasto caldo a chi non potrebbe permetterselo e occasionalmente anche una doccia e vestiti puliti. Fra’ Marcello ci ha invitato a chiederci il “perché” di un aiuto così, la ragione per la quale ci mettiamo a servizio; abbiamo risposto che dovremmo farlo perché ogni vita è preziosa, perché siamo fratelli, perché vogliamo fare per altri ciò che vorremmo venisse fatto per noi. Ci ha ricordato anche una cosa importante; che abbiamo il dovere non solo di aiutare chi è in difficoltà, ma di impegnarci per costruire una società più giusta per tutti.

Successivamente abbiamo accolto l’invito di fra’ Marcello e di Francesca a “farci poveri”, a metterci nei panni dell’altro, di un “altro” che ci sembra immensamente distante: siamo andati a pranzo o a cena, in piccoli gruppi, alla mensa dell’Opera San Francesco. Ci siamo messi in coda ai tornelli fuori dalla mensa insieme a uomini, donne, bambini e abbiamo pranzato tra i poveri. Nessuno sapeva perché eravamo lì, in quel momento eravamo uguali a molti senzatetto, immigrati, poveri della nostra città. Condividere permette di entrare in empatia, avvicinarsi, stare sullo stesso piano; solo così si sarebbe potuto poi affrontare con umiltà un’esperienza di servizio. Non ti aiuto perché sono più bravo, ti aiuto perché sono come te.

Infatti, l’ultima (per il momento) tappa del nostro percorso è stata il servizio: il 19caritas 2 novembre siamo andati al Refettorio Ambrosiano, gestito dalla Caritas, una realtà diversa dall’OSF ma che allo stesso modo ha l’obiettivo di offrire un aiuto ai poveri, offrendo a circa cento persone un pasto al giorno per almeno sei mesi, e aiutarli anche a reinserirsi nel tessuto sociale. L’ambiente del Refettorio era intimo e familiare, i tavoli ben apparecchiati, e le persone si sono potute godere il pasto caldo che noi abbiamo servito loro, nonché qualche chiacchiera e un po’ di compagnia. Persone in fondo non molto diverse da noi, giovani e anziani, stranieri e italiani, con cui abbiamo anche riso e scherzato. Tutti sappiamo che esistono i senzatetto e la povertà; ma quando si parla e si guarda negli occhi una persona e si realizza che quella notte stessa quella persona dormirà fuori, e forse fino alla sera dopo non mangerà, è diverso: ci si sente molto più a disagio, tristi o arrabbiati. Ed è forse proprio di questo che abbiamo bisogno.

Sia all’Opera San Francesco che al Refettorio Ambrosiano, abbiamo sentito i responsabili dire questa frase: “Ci auguriamo che questo posto chiuda”. Sì, ci auguriamo che chiudano, che nessuno ne abbia più bisogno e che ci sia una soluzione politica: come ci hanno detto i referenti di queste stesse realtà, la loro attività e il loro impegno sono importanti e doverosi, ma non sono la soluzione al problema. 
“Beati i poveri in spirito”, disse Gesù. La povertà evangelica significa non attaccamento ai beni materiali, umiltà, ricerca del bene per la nostra anima e non delle ricchezze. “Gesù ama i poveri, ma non la povertà”; mi fu detto una volta. Invece che nascondere alla vista i poveri, dimenticandocene quanto più possibile, dovremmo averceli ben in mente, interrogarci sulle cause della povertà e impegnarci, nel nostro piccolo, a costruire una società migliore.
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Una giovane dell’ oratorio

Laboratorio di cucina per piccoli chef!

Con la ricetta della nonnina: zucchero, latte e un po’ di farina…è solo l’incipit di una breve canzoncina pubblicitaria di un vecchio carosello che sicuramente i nostri nonni e i nostri genitori si ricorderanno; ed è proprio da questo che vogliamo partire: dagli ingredienti semplici, dall’amore del creare, dalla voglia di mettersi un grembiule e iniziare a sporcarsi di farina e cioccolato impastando i vari ingredienti. Questo è mettersi all’opera,  scoprire la propria vena artistica e volare con la fantasia e la creatività, e noi vogliamo far scoprire le bellezze di tutto questo ai nostri piccoli chef dell’oratorio!

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Correte in segreteria ad iscrivervi per il primo appuntamento: le iscrizioni chiudono venerdì!

Indossate il vostro grembiule e cappello, rimboccatevi le maniche e…mani in pasta!

E’ tempo di Avvento, è tempo di preghiera, è tempo di ritiro! 

Ebbene si, cari ragazzi delle medie, ci stiamo rivolgendo proprio a voi; è tutto pronto per per il vostro ritiro super speciale in vista del periodo di Avvento; Siete pronti? Non perdete tempo! La riunione informativa per i vostri genitori sarà Mercoledì 21 Novembre ore 18.00 in oratorio, in occasione della quale ci si potrà iscrivere ufficialmente.

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Correte a fare la valigia: questa super occasione per prepararvi insieme al Natale non potete perderla!

San Romero delle Americhe – la storia del vescovo ucciso sull’altare per difendere i Poveri.

San Romero delle Americhe, così i salvadoregni chiamano Oscar Romero, vescovo del Salvador che ha combattuto contro le ingiustizie e in difesa dei poveri e ha pagato con la vita. È stato ucciso sull’altare mentre celebrava la Messa e papa Francesco lo ha proclamato Santo insieme a Paolo VI lo scorso 14 ottobre. Don Alberto Vitali, parroco di Santo Stefano parrocchia dei migranti a Milano, ci racconterà la sua storia appassionante.

san romero delle americhe

Rimbocchiamoci le maniche e prepariamoci al Natale!

Nelle nostre case non è Natale senza l’albero e il presepe. Quest’ultimo, in particolare, non rappresenta solo un ornamento da esporre, bensì è un’autentica rievocazione artistica di uno dei più grandi avvenimenti della storia, nonchè perno della nostra Fede: la nascita del Signore. Questa semplice capanna è la rappresentazione del grande valore della vita, della maternità della donna e della bellezza della famiglia. 

Riscopriamo insieme i valori di questo oggetto apparentemente semplice, ma ricco di significato; insieme alla tua famiglia costruite il vostro presepe e fatene un tesoro durante tutto il periodo Natalizio.

lab presepe

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