“Le radici originali della parola «speranza» hanno sfumature che non ti aspetti e che conducono lontano dal senso comune. Quello del buon auspicio, del sentimento fiducioso o del generico atteggiamento positivo di chi si convince che, in un modo o nell’altro, le cose volgeranno al meglio. Il tutto incorniciato da una certa passività o impotenza. Curioso che invece la «speranza», secondo il suo senso originale, sia tutt’altro.
La «speranza» è anzitutto movimento e tensione. «Sperare» è verbo del presente più che del futuro.
O, meglio ancora, del presente che costruisce il futuro. È l’azione di chi si danna l’animo per distendere i confini del proprio quotidiano, in tutti i modi possibili e immaginabili, quando non vi trova il compimento dei propri desideri. Moltiplica le soluzioni e le vie da percorrere. Aggiunge giorni ai giorni per ottenere ciò verso cui tende.” Don C. Mauri
E’ iniziato un nuovo anno e siamo di nuovo in balia dell’incertezza, della paura, della rassegnazione. Ci troviamo paralizzati e incapaci di progettare perché non sicuri più di nulla. Allora perché sforzarsi a pensare e organizzare se il domani è così incerto?
Perché non possiamo smettere di sperare che domani andrà meglio!

Sperare, come scrive don Cristiano, è un verbo di movimento che non ci può lasciare fermi ma ci chiede di continuare ad andare verso l’altro.
L’oratorio deve continuare ad essere un punto di riferimento per i più piccoli e non solo. Ma l’oratorio cos’è se non un luogo fatto di volti, sorrisi e incontri? L’oratorio siamo noi!
In questi giorni insieme ai collaboratori stiamo ripensandoci per costruire proposte educative nuove e ripartire insieme più carichi di prima.
L’augurio per il 2021 è di poterci ritrovare tutti custodendo nel cuore il desiderio profondo di incontro, perché questa pandemia ci ha portato via molte cose ma non la voglia di stare insieme.
BUON INIZIO A TUTTI NOI!