Da ormai molte settimane, la domenica di tutti è un po’ diversa: non ci si può riunire con i parenti e non si possono fare gite fuori porta, ad esempio. Tutti noi credenti poi, abbiamo visto la nostra domenica radicalmente cambiata, privata di un elemento che per noi non è solo abitudine, ma un momento centrale della nostra fede: l’Eucaristia. Allo stesso modo, si sono interrotti i percorsi di catechesi che si svolgevano in oratorio e in parrocchia, così come tutte le altre attività che ci facevano sentire comunità e ci consentivano di vivere insieme la nostra Fede. Perché diciamocelo, la nostra è una fede di comunità: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (MT 18,20). La messa è fatta anche di segni di pace, di mani strette tra loro al Padre Nostro, da cori costituiti di persone che cantano l’una accanto all’altra. Certo, si può anche pregare personalmente, seguire la Messa in modalità a distanza, però ci manca la comunione, l’incontro, il sentirci fratelli. Quel che è certo però è che, anche se siamo privati di momenti per noi fondamentali, la nostra fede non può essere messa in pausa. Anche se dobbiamo rinunciare ai sacramenti e alla liturgia comunitaria, possiamo comunque vivere la preghiera: a questo proposito, gli educatori del gruppo 18/19enni ci rendono testimonianza di come si può continuare a vivere insieme la nostra fede.
“Proprio qualche giorno prima dell’inizio della quarantena, ci siamo trovati tra educatori 18/19enni per programmare la parte finale dell’anno. Dovevamo organizzare le attività di catechesi e i momenti di preghiera durante la Quaresima e il tempo pasquale, oltre che a pensare le iniziative estive. Tantissime belle idee e progetti che dopo pochi giorni, con l’inizio delle restrizioni, abbiamo visto sfumare. Abbiamo cercato altri modi di stare vicino ai nostri ragazzi: facendoci sentire, chiamandoli su Skype, e proponendo delle partite a qualche gioco online. Intanto però la settimana Santa si avvicinava e ci siamo dunque interrogati su come sottolineare l’importanza di questi giorni, pur senza poterci trovare di persona. All’inizio dell’anno avevamo promesso alla comunità della Bicocca che ci saremmo presi cura del piccolo gruppo 18/19enni e questo si traduce anche nell’invitare e accompagnare i ragazzi alla riflessione e alla preghiera, specialmente nei tempi più forti, e non volevamo venir meno al nostro impegno.
Perché allora non proporre al gruppo 18/19enni una preghiera molto breve tutte le sere della Settimana Santa, sintonizzati in video chiamata? Non pensavamo che sarebbe stato facile, anzi inizialmente eravamo un po’ scettici: creare un’atmosfera di raccoglimento e coinvolgere i ragazzi nella preghiera è una delle sfide più difficili per gli educatori. Abbiamo quindi pensato di invitare i ragazzi a trovare loro stessi degli spunti di riflessione da proporre, per rendere questa preghiera un momento che fosse davvero partecipato e attivo. Molti dei ragazzi che di solito partecipano agli incontri hanno aderito alla nostra proposta di preghiera a distanza. All’inizio alcune cose non andavano per il verso giusto: ci si collegava in ritardo, si prestava poca attenzione, a volte si disattivava per sbaglio la telecamera, si sentivano voci e rumori in sottofondo. Poi però ci siamo adattati a questa nuova modalità e le riflessioni sono state sempre più belle e partecipate. Si respirava la sensazione di far parte di qualcosa di più grande di noi e abbiamo sentito che
sebbene separati e uniti solamente tramite un schermo, era un po’ come trovarsi nuovamente insieme all’incontro. Anche se moltissime cose sono cambiate, la sostanza non lo è! Tra gli spunti che i ragazzi hanno proposto, ci sono stati la preghiera che Papa Francesco ha pronunciato in Piazza San Pietro durante la quarantena, un capitolo della Prima Lettera ai Corinzi, alcuni brani di libri e una preghiera preparata dal PIME. La lettura era seguita da una spiegazione, da un momento di silenzio per meditare il testo, da un salmo recitato insieme e da un Padre Nostro.
Pur dovendo rinunciare all’atmosfera del luogo di culto e alle sensazioni della liturgia, abbiamo scoperto che la dimensione meditativa e di incontro con la Parola rimane. Anche se dobbiamo rinunciare temporaneamente all’Eucarestia, il cuore della nostra fede è presente e l’abbiamo vissuto insieme ai nostri ragazzi: questo è il nostro compito di educatori”
Stiamo vivendo un periodo difficile, ma tra qualche tempo potremo ripartire, riprendere le nostre attività, recuperare ciò a cui abbiamo dovuto rinunciare; ritorneremo alle nostre vite, magari con qualche ferita e qualche consapevolezza in più. Questo periodo ha portato sicuramente tanta sofferenza per molti di noi, ma chiediamo al Signore che ci aiuti a riconoscere che ciò che conta davvero – l’amore che ci lega gli uni gli altri – non si è mai fermato!