Ricordo ancora la mia prima vita comune in “casetta”: per noi adolescenti era una cosa nuova ed entusiasmante.
Eravamo tutte felici di poter passare una settimana tra noi amiche e con le educatrici, che per me sono sempre state degli importanti punti di riferimento, non avevo ancora capito però fino in fondo la bellezza di questa proposta.
All’inizio regnava il caos, dovuto alla nostra incontenibile voglia di stare assieme, era difficile anche sentire quello che ci dicevano le educatrici era tutto un ridere e sperimentare la bellezza di un’autonomia nuova. Piano, piano poi siamo entrate nel vivo dell’esperienza, attraverso la proposta che ci è stata fatta: in quei quattro giorni avremmo imparato a conoscere e accettare l’altro partendo dalla conoscenza e accettazione di noi stesse.
Nella vita comune la tua quotidianità si mescola ad una proposta educativa straordinaria.
Sei sempre tu con i tuoi impegni, la fatica a svegliarti al mattino (forse maggiore per le troppe chiacchiere serali), i tanti compiti, lo sport…ma in qualche modo tutto si trasforma e ciò che è routine diventa speciale. Imparare a condividere ogni singolo momento con l’altro non è sempre semplice ma è bello e fa crescere. Le educatrici ci hanno insegnato come mettere in comune fatiche e forze personali e posso dire che quello che ha dato ancora più valore all’esperienza sono stati i momenti di condivisione del cuore. Ogni giorno c’è un piccolo incontro strutturato in cui viene chiesto di riflettere su qualcosa, in quei momenti nella casa suona il silenzio e poi tutti insieme si condivide.
In tutto questo non manca la preghiera a Gesù nostro compagno di viaggio, che apre e chiude le nostre giornate: Aiutami Signore a condividere con gli altri i doni ricevuti nello spirito del dialogo e dell’accoglienza reciproca.
Diciottenne dell’oratorio